Andare da A a B ... che cosa fa per te un COACH?
"Mah, che cosa fa un Coach ?"
Spesso mi sento rivolgere una simile domanda da amici, conoscenti e futuri clienti.
“Ciò che conta non è il semplice fatto di aver vissuto, ma il cambiamento che siamo stati in grado di imprimere alla vita degli altri” (Johann Wolfgang Goethe)
“Il Coach porta il cliente da A a B, dove A è il punto di partenza e B il punto di arrivo desiderato”.
Questo, o qualcosa di simile, ti sarà capitato di sentire a proposito dell’attività del coach, vero?
Se sei un professionista, un manager o una persona che tutti i giorni si impegna nella ricerca delle soluzioni più efficaci per il raggiungimento di risultati concreti, probabilmente cerchi costantemente anche la strada più efficiente per mantenerne l’effetto nel tempo e, ovviamente… lo fai in “presenza” di risorse limitate. E’ vero?
A scuola ti hanno insegnato che una volta definiti due punti (A e B) la minima distanza è la linea retta che li unisce, per quei due punti passa una ed una sola retta e, tale retta, è anche il percorso più efficiente in termini di utilizzo delle risorse ovvero quella che costa meno.
Bene, nell’attività di Coaching la minima distanza, ovvero quella più efficiente, è rappresentata dalla strada più ecologica per il “sistema uomo”. Ecologica vuol dire rispettare la straordinaria unicità che ognuno rappresenta.
La linea immaginaria A – B che unisce direttamente i due punti rappresenta, la direzione da intraprendere ed è sostenuta dalla motivazione, dal perché vuoi ottenere quel risultato. Il percorso è il tracciato, di volta in volta diverso, che ti condurrà al traguardo finale.
Come un sarto cuce accuratamente un abito su misura, così il percorso di Coaching è dedicato e realizzato sulle specifiche esigenze ed unicità del singolo. E’ generato calandosi nella “mappa del mondo” dell’interlocutore e, una volta compresi i punti cardinali all’interno della sua mappa, si traccia la linea, ovvero il percorso specifico per accompagnarlo al raggiungimento del punto B nel modo più efficiente ovvero ecologico possibile.
E’ come dire che un’automobile raggiunga la cima di un monte percorrendo la linea retta che congiunge la base con la cima. In questo caso l’auto non avrebbe sufficiente potenza per salire o, nel caso l’avesse, probabilmente si ribalterebbe per l’eccessiva pendenza. Un’auto riesce a salire sulla cima del monte percorrendo una serie di tornanti che, pur non rappresentando la linea più breve dalla base alla cima, assicurano il raggiungimento dell’obiettivo nel modo più ecologico per il “sistema auto passeggeri”.
Nell’attività di Coaching si definiscono i punti cardinali all’interno della “mappa” dell’interlocutore ed attorno a questi si delinea il percorso sicuro ed ecologico per portare il Coachee al risultato desiderato.
Questo fa il Coach, una volta avuto il permesso, ha il privilegio di entrare nella “mappa del mondo” del Coachee e da qui parte per accompagnarlo, nel modo più ecologico possibile, da A a B con la determinazione data dal ”perché” e guidati dalla direzione.
“Potrai non sapere mai i risultati prodotti dalle tue azioni, ma, se non fai nulla, non ci saranno risultati.” (Mahatma Gandhi)
Sappiamo che non esiste la “ricetta” facile e veloce che ti conduce al successo, qui ti do 3 punti con cui puoi allinearti alla giusta direzione:
Definisci e scrivi un risultato che vuoi ottenere e stabilisci di cosa hai bisogno per raggiungerlo;
Dividilo in obiettivi più piccoli, in step intermedi (scrivili);
Metti i sotto-obiettivi in sequenza (agisci).
Segui la linea che unisce i 3 punti e agisci con costanza. Otterrai risultati che non ti aspetti!
Fammi sapere nei commenti che ne pensi.
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Paura di agire?
Le nuove possibilità si trovano laddove non siamo stati e quindi, c’è un margine di rischio e di pericolo che, spesso rischia di lasciarci fermi difronte alla possibilità di migliorare e crescere.
“Pensa, credi, sogna e osa” (Walt Disney)
Cresciamo ed impariamo per i primi anni della nostra vita sperimentando, ignari dei tentativi dei nostri genitori di proteggerci dai pericoli… “attento qua, non toccare li, non andare su, non, no, mai…”. Eppure, malgrado tutti questi comandi, da bravi bambini, abbiamo continuato a sperimentare, provare e andare oltre, ovunque e contro chiunque. E’ così che abbiamo imparato a camminare a forza di cadere ed imparando a rialzarci e, quando stupivamo gli adulti per qualche piccolo progresso, venivamo premiati con abbracci e feste. Così siamo cresciuti sperimentando, osando, grazie agli incoraggiamenti ed anche contro gli scoraggiamenti. Poi, piano piano abbiamo disimparato a sperimentare, abbandonando la naturale capacità di cercare nuove possibilità perché la paura che ci possa essere qualcosa di sbagliato ha sostituito la curiosità, la voglia di sperimentare e l’idea di una diversa eventualità.
I bambini possono sbagliare perché ogni errore è un modo per imparare, gli adulti no, gli adulti devono fare, anzi, fare bene! In azienda l'errore è punito "in sala mensa" in modo che tutti possano capire. Quindi, la soluzione più sicura è quella di continuare a fare quello che abbiamo già fatto, ovvero quello che sappiamo fare e che funziona. Siamo infatti consapevoli che così evitiamo di sbagliare e quindi il giudizio negativo di chi ci osserva. Allo stesso tempo l'azienda, il team, la direzione rimane ferma perché non ci sono nuovi contributi.
Manca in questi casi, quella che si chiama la "cultura dell'errore".
“Per arrivare sull’altra sponda devi quantomeno perdere di vista quella da cui sei partito” (Steven Tyler)
Sarà capitato anche a te di aver lasciato passare quel “treno” e poi essertene pentito, sapevi che era il tuo, ma non ce l’hai fatta e, probabilmente, l’opportunità è svanita, non ti sei dato la possibilità di osare, e anche la possibilità di sbagliare. Sbaglia, ne hai il diritto!
Quando decidi di salire su quel treno o di lasciare quella sponda c’è un momento in cui ti senti solo perché hai abbandonato le tue sicurezze, è il momento più difficile in cui la paura di aver sbagliato è forte, ma ora non puoi più tornare indietro.
Per camminare è necessario sbilanciarsi in avanti (perdere l’equilibrio) in qualche modo, perdersi, gestire questo passaggio per poi ritrovarsi nel nuovo equilibrio. Avanzare vuol dire perdere l’equilibrio per poi riprenderlo nella nuova posizione. La spinta è data proprio dall’iniziale perdita di equilibrio senza la quale non c’è la possibilità di avanzare.
Può darsi che su quel treno non trovi quello che cercavi, ma è più terribile non esserci saliti sopra, non aver osato, essersi privato della opportunità che meriti e che arriva per chi ha il coraggio di osare. Osare non vuol dire essere poco prudenti o salire su qualunque treno ti passi davanti, vuol dire avere il coraggio di andare oltre la propria paura di sbagliare, nel momento in cui riconosci che il treno che sta passando è li per te. E ciò non equivale ad eliminare la probabilità di errore, ma trasformare la paura nell’energia necessaria proprio a superare quel confine che ti separa dal campo delle nuove possibilità, e per fare questo devi avere bene in mente chi sei tu, cosa vuoi veramente e quanto è importante per te.
Non esiste la certezza di riuscire, quello che puoi fare è definire chiaramente ciò che vuoi ottenere, avere un piano ed essere disposto ad accettarne le conseguenze, per questo ti indico di seguito 3 punti da seguire per decidere se è il caso di osare o restare fermo li dove sei.
"Osate cambiare cercate nuove strade"(John Keating – L’attimo fuggente)
Osserva, cambia punto di vista; è proprio quando credi di sapere qualcosa, che devi guardarla da un’altra prospettiva e trovare nuove idee. Evita il pre-giudizio e valuta tutte le opzioni anche quelle che sono meno evidenti.
Chiediti: cosa significa per me questa cosa, cosa rappresenta, quanto è importante veramente per me, cosa perdo se non lo faccio? Quale è il mio obiettivo?
Immagina quali possono essere le possibili conseguenze, sia che tu abbia successo sia in caso negativo e chiediti quale è il prezzo che sei disposto a pagare. Immagina le conseguenze per te e gli altri quali possono essere i vantaggi e mettili davanti ai rischi.
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti.
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