Quante volte avete ascoltato o detto questa parole?
I manager, gli amministratori delegati e gli imprenditori illuminati, vedono e ascoltano i sagnali che impongono modifiche e sanno – nel loro intimo – che “il cambiamento” non necessariamente, è in meglio.
Infatti il coaching, quello ben fatto, non parla di cambiamento, se non in senso “generativo” e quindi – in sostanza – è più utile e funzionale parlare di miglioramento.
Nello stesso modo perseguire un obbiettivo e poi sentire d’averlo raggiunto è certamente importante, ne va nel buon esito delle proprie performance. Qui è utile considerare che la cosa fondamentale è quella di definire il proprio scopo: gli obbiettivi, sono la conseguenza.
Sapere cioè, il perché si fa quello che si fa è come realizzare un puzzle. Definita la cornice (scopo), una alla volta, tutte le tessere vanno a posto: obbiettivi, comportamenti e azioni.
L’obbiettivo è quindi il “come”, lo scopo è il “perché”.
Quando sai il perché, tutto diventa più facile, si entra nel “flow” e si crea quell’effetto domino, che partendo da un piccolo miglioramento ha ricadute su tutte, o su molte, delle altre area d’influenza.
Le sfide del nostro mondo, in continua e vorticosa trasformazione, fanno pensare che nei momenti di crisi, come quello che stiamo vivendo, sia utile e opportuno farsi affiancare da un Coach.
Giusto e soprattutto utile e lungimirante: c’è una “minaccia” e io reagisco trovando una soluzione.
E quando le cose vanno bene? Ancora una volta i manager, gli amministratori delegati e gli imprenditori illuminati, sanno che è soprattutto quando le cose vanno bene che è importante migliorarsi e quindi farsi supportare. Diventano così pro-attivi, anziché reattivi.
Anticipano, si preparano e così esprimono la loro leadership, creando valore per se e per gli altri, trovandosi sempre un passo avanti.
Se quanto sopra, ha senso, probabilmente significa che condividiamo lo stesso modo di vedere, d’ascoltare e di percepire, quanto c’è di straordinario (cioè, oltre l’ordinario) nel modo d’affrontare le sfide: siano esse personali o professionali.
Fare e tantomeno promettere miracoli, non è il mestiere di un buon Coach: individuare e supportare efficacemente il percorso di miglioramento e il processo per raggiungere il massimo livello delle proprie capacità di performare o di quelle del proprio team, invece SI, è quello, il compito di un Coach degno di questo nome.
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