Che tu sia un leader tra le mura domestiche all’interno del tuo nucleo familiare, o che tu lo sia nel gruppo di amici con cui condividi attività sportive o ricreative, oppure ancora, che tu lo sia in azienda per il tuo gruppo di lavoro, le dinamiche e i fattori che possono impedire il pieno successo del lavoro di squadra sono sempre le stesse.
Patrick Lencioni, presidente di The Table Group, una società di consulenza della Bay Area di San Francisco specializzata in sviluppo dei team direttivi e nel ripristinare la salute delle organizzazioni, ha identificato nel suo Best seller la guerra nel team le 5 disfunzioni del lavoro di squadra.
Conoscerle ci rende quindi consapevoli di ciò che può influenzare negativamente il raggiungimento di quello che ci si prefigge, evitando di vanificare molti dei nostri sforzi per ottenere i risultati attesi. Esaminiamo quindi in dettaglio quali sono i fattori che possono inficiare i risultati di un team, che sia nell’ambito lavorativo o correlato alla sfera personale. Alcuni di questi fattori possono sembrare banali o scontati, ma se vi prenderete il tempo di analizzare una qualunque situazione collegiale, vi renderete immediatamente conto che non lo sono per nulla e laddove un gruppo funziona, questi non sono presenti o sono stati già risolti.
Immaginate ora che queste 5 disfunzioni siano rappresentate come una piramide, alla base della quale c’è l’assenza di fiducia. È utile ora, specificare bene, cosa s’intende per fiducia: è la sicurezza, tra i membri del team, che le intenzioni dei propri colleghi siano buone e che non ci sia motivo di essere protettivi o cauti rispetto al gruppo. In sostanza, i compagni devono sentirsi a proprio agio nel mostrarsi vulnerabili l’uno con l’altro. Se i membri di un team che non sono sinceramente aperti l’uno con l’altro sui propri errori e sulle proprie debolezze impediscono di creare i fondamenti per la fiducia.
Al gradino successivo, derivante da quest’assenza di fiducia, troviamo la paura del conflitto.
Tutte le relazioni facili sono figlie di discussioni difficili (cit. C. Belotti). Molti team tendono per varie ragioni ad evitare il conflitto. È invece fondamentale sviluppare la capacità e la disponibilità a impegnarsi in un “conflitto costruttivo” e per farlo, bisogna anzitutto riconoscere che il conflitto è produttivo. I problemi, quelli sottaciuti non si risolveranno da soli e anzi cresceranno nel perdurare del silenzio.
A questo punto, come salendo su di una piramide Maya, quelle fatte a gradoni, incontriamo la terza disfunzione la mancanza d’impegno. Infatti, in assenza di un reale, accalorato e aperto dibattito nel quale i singoli membri abbiano dato voce alle proprie opinioni, le decisioni scaturite in sede di riunione, non verranno interiorizzate e prese in seria considerazione perché non sono né condivise né figlie di un’approfondita discussione.
Da ciò ne deriva il sottrarsi alla responsabilità. Questa deresponsabilizzazione è la diretta conseguenza del non sentirsi realmente coinvolti e senza dedizione a un vero piano d’azione, anche le persone più concentrate e determinate spesso esitano a richiamare i propri compagni su azioni e comportamenti che sembrano controproducenti per il bene del team.
Arriviamo quindi al top della piramide dove troviamo la disattenzione ai risultati. La scalata non poteva che portarci qui!
Ogni singolo membro del team, nel percorrere queste tappe, metterà le proprie esigenze individuali, l’ego, la carriera o il proprio personale riconoscimento al di sopra degli obbiettivi di team. In sostanza, sarà più importante il nome scritto dietro alla divisa di calcio, che quello davanti.
È importante non cedere alla tentazione di approcciare queste cinque problematiche come indipendenti l’una dall’altra. Si tratta infatti di un modello inter-correlato, in cui la presenza di anche una sola di esse, è potenzialmente fatale per il successo di un team. Come un solo anello rotto di una catena, tutto il lavoro di squadra si deteriora se si permette anche a una singola disfunzione di prosperare.
Se adesso con il tocco della vostra bacchetta magica trasformate il vostro gruppo in un team in cui tutti i membri si fidano l’uno dell’altro, si impegnano in un conflitto costruttivo, mettono impegno nelle decisioni e nei piani di lavoro, si ritengono l’un l’altro responsabili di non remare contro questi piani e si concentrano sull’ottenimento dei risultati collettivi, è praticamente certo che otterrete quanto vi siete prefissati e probabilmente, qualcosa di più.
Perché questo metodo abbia successo è essenziale che ci siano alti livelli di disciplina e determinazione a cui pochi team, se non correttamente guidati, possono fare appello.
Se sembra semplice è perché lo è. Semplice, non facile, altrimenti lo farebbero tutti.
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