Le nuove possibilità si trovano laddove non siamo stati e quindi, c’è un margine di rischio e di pericolo che, spesso rischia di lasciarci fermi difronte alla possibilità di migliorare e crescere.
“Pensa, credi, sogna e osa” (Walt Disney)
Cresciamo ed impariamo per i primi anni della nostra vita sperimentando, ignari dei tentativi dei nostri genitori di proteggerci dai pericoli… “attento qua, non toccare li, non andare su, non, no, mai…”. Eppure, malgrado tutti questi comandi, da bravi bambini, abbiamo continuato a sperimentare, provare e andare oltre, ovunque e contro chiunque. E’ così che abbiamo imparato a camminare a forza di cadere ed imparando a rialzarci e, quando stupivamo gli adulti per qualche piccolo progresso, venivamo premiati con abbracci e feste. Così siamo cresciuti sperimentando, osando, grazie agli incoraggiamenti ed anche contro gli scoraggiamenti. Poi, piano piano abbiamo disimparato a sperimentare, abbandonando la naturale capacità di cercare nuove possibilità perché la paura che ci possa essere qualcosa di sbagliato ha sostituito la curiosità, la voglia di sperimentare e l’idea di una diversa eventualità.
I bambini possono sbagliare perché ogni errore è un modo per imparare, gli adulti no, gli adulti devono fare, anzi, fare bene! In azienda l’errore è punito “in sala mensa” in modo che tutti possano capire. Quindi, la soluzione più sicura è quella di continuare a fare quello che abbiamo già fatto, ovvero quello che sappiamo fare e che funziona. Siamo infatti consapevoli che così evitiamo di sbagliare e quindi il giudizio negativo di chi ci osserva. Allo stesso tempo l’azienda, il team, la direzione rimane ferma perché non ci sono nuovi contributi.
Manca in questi casi, quella che si chiama la “cultura dell’errore”.
“Per arrivare sull’altra sponda devi quantomeno perdere di vista quella da cui sei partito” (Steven Tyler)
Sarà capitato anche a te di aver lasciato passare quel “treno” e poi essertene pentito, sapevi che era il tuo, ma non ce l’hai fatta e, probabilmente, l’opportunità è svanita, non ti sei dato la possibilità di osare, e anche la possibilità di sbagliare. Sbaglia, ne hai il diritto!
Quando decidi di salire su quel treno o di lasciare quella sponda c’è un momento in cui ti senti solo perché hai abbandonato le tue sicurezze, è il momento più difficile in cui la paura di aver sbagliato è forte, ma ora non puoi più tornare indietro.
Per camminare è necessario sbilanciarsi in avanti (perdere l’equilibrio) in qualche modo, perdersi, gestire questo passaggio per poi ritrovarsi nel nuovo equilibrio. Avanzare vuol dire perdere l’equilibrio per poi riprenderlo nella nuova posizione. La spinta è data proprio dall’iniziale perdita di equilibrio senza la quale non c’è la possibilità di avanzare.
Può darsi che su quel treno non trovi quello che cercavi, ma è più terribile non esserci saliti sopra, non aver osato, essersi privato della opportunità che meriti e che arriva per chi ha il coraggio di osare. Osare non vuol dire essere poco prudenti o salire su qualunque treno ti passi davanti, vuol dire avere il coraggio di andare oltre la propria paura di sbagliare, nel momento in cui riconosci che il treno che sta passando è li per te. E ciò non equivale ad eliminare la probabilità di errore, ma trasformare la paura nell’energia necessaria proprio a superare quel confine che ti separa dal campo delle nuove possibilità, e per fare questo devi avere bene in mente chi sei tu, cosa vuoi veramente e quanto è importante per te.
Non esiste la certezza di riuscire, quello che puoi fare è definire chiaramente ciò che vuoi ottenere, avere un piano ed essere disposto ad accettarne le conseguenze, per questo ti indico di seguito 3 punti da seguire per decidere se è il caso di osare o restare fermo li dove sei.
“Osate cambiare cercate nuove strade“(John Keating – L’attimo fuggente)
Osserva, cambia punto di vista; è proprio quando credi di sapere qualcosa, che devi guardarla da un’altra prospettiva e trovare nuove idee. Evita il pre-giudizio e valuta tutte le opzioni anche quelle che sono meno evidenti.
Chiediti: cosa significa per me questa cosa, cosa rappresenta, quanto è importante veramente per me, cosa perdo se non lo faccio? Quale è il mio obiettivo?
Immagina quali possono essere le possibili conseguenze, sia che tu abbia successo sia in caso negativo e chiediti quale è il prezzo che sei disposto a pagare. Immagina le conseguenze per te e gli altri quali possono essere i vantaggi e mettili davanti ai rischi.
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti.
2 Commenti
Basilio Vitolo
Grazie Claudio per questo tuo contributo ,
Un’analisi dettagliata dell’argomento con una lettura scorrevole ma fortemente efficace .
Hai fatto emergere i processi nocivi che evocano la paura dell’agire dando risposte chiare ma efficaci al lettore che nota sin da subito il rimarginarsi di ogni paura per dare spazio all’azione.
Claudio Russotto
Grazie Basilio!