Prima di tutto è utile definire cosa s’intende per Ownership. Il concetto ha due accezioni ugualmente significative:
- la prima è quella di responsabilità distribuita, tutti sono responsabili di ciò che accade nell’organizzazione. Tutti segnalano e intervengono quando qualcosa non funziona in qualsiasi circostanza e in qualsiasi parte dell’organizzazione, anche se non compete direttamente loro.
- la seconda è intra-imprenditorialità, cioè persone che determinino che cosa intendono realizzare, che lo condividano con i colleghi e che si assumano la ownership di portarlo a termine.
Quindi il passaggio da leadership a ownership è un vero e proprio cambio di paradigma: Non è più “l’uomo solo al comando” da cui dipendono le sorti dell’organizzazione anche in virtù della sua capacità di controllo e coordinamento ma, è l’uomo, il leader, capace di creare una cultura in cui tutti sono responsabili e si fanno carico non solo della propria parte di competenza ma anche di quella dell’intero gruppo.
Per passare dalla teoria alla pratica è fondamentale seguire alcuni principi cardine. Quello del miglioramento continuo, alla base di tutto il processo, costituisce un vero e proprio mindset, anche individuale. In poche parole, significa che il prodotto o servizio che si realizza è permanentemente in versione “Beta”. Così facendo si crea una cultura caratterizzata dal costante testare e apprendere. La sperimentazione è la garanzia per produrre innovazione continua il che significa avere una certa dimestichezza con l’incertezza e l’ambiguità e per metterla in atto, occorre creare un ambiente di apprendimento dagli errori in termini di crescita delle competenze.
Il secondo imperativo pratico è keep it simple. Produrre solo il necessario che possa dare il massimo valore, verificarlo attraverso feed-back immediati con utenti/clienti reali, modificandolo mentre si incrementa un nuovo aspetto.
Veniamo quindi al Do It Yourself che significa fai il meglio che puoi con ciò che hai, che ricorda un po’ il vecchio adagio “meglio fatto, piuttosto che perfetto”. Insomma, non aspettare di avere la tecnologia giusta, la persona giusta, le risorse giuste altrimenti non inizierai mai. Significa che al posto di cercare la tecnologia migliore, prima costruisco con ciò che ho quello che serve a realizzare il mio processo, nel frattempo lo affino e questo mi mette in grado di comprendere la tecnologia che meglio soddisferà le mie esigenze, tecnologia che naturalmente sperimenterò e userò finche funziona sempre pronto a cambiarla.
Il mercato di oggi e quello che si sta preparando, è non più in Evoluzione ma in Rivoluzione. Stanno saltando le certezze, non basta più codificare le “best practes”, ci vogliono le “good practes”, perché per definizioni se sono “best” non posso essere né cambiate né migliorate. Quindi anche la leadership si deve evolvere creando “ownership” per rispondere alle sfide del futuro…che è già il presente prossimo.
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